Post scriptum sull'inversione delle priorità nelle politiche climatiche
di Corrado Clini (già Ministro dell'Ambiente)
Nell’ultimo periodo, due autorevoli interventi da JPMorgan Chase&Co e Tony Blair suggeriscono nuovi argomenti in merito all’inversione delle priorità e per il cambio nelle politiche climatiche.
Sarah Kapnick è il capo del team sui cambiamenti climatici di JPMorgan Chase & Co. In passato è stata chief scientist della Agenzia degli USA per Oceani e Atmosfera (NOAA). Bloomerg Green ha pubblicato il 1 maggio un lungo intervento di Sara che rileva gli scarsi investimenti del settore privato per l'adattamento ai cambiamenti climatici , «leaving potentially huge returns on the table» letteralmente «lasciando sul tavolo potenziali enormi rendimenti».
Secondo Sara questo è il risultato della subalternità al pensiero dominante sui cambiamenti climatici, che ha «blinders to what the future looks like» ovvero i «paraocchi su come sarà il futuro» mentre l’aumento della temperatura è proiettato a raggiungere livelli doppi rispetto a 1,5°C.
Gli investimenti sono concentrati «in modo sproporzionato sulla mitigazione» («disproportionately focused on mitigation») che rappresentano oltre il 90% del finanziamento totale per il clima a livello globale con risultati e rendimenti che risultano inferiori rispetto a quelli per l’adattamento.
Il Tony Blair Institute for Global Change ha pubblicato il 29 ottobre: The Climate Paradox: Why We Need to Reset Action on Climate Change. Nella prefazione al rapporto Tony Blair scrive che è diffusa l’opinione che attualmente le politiche climatiche non siano guidate in modo razionale ed efficace: «climate change is driven with irrationality».
Tony Blair rileva che nei paesi sviluppati gli elettori sono chiamati a fare sacrifici finanziari e cambiamenti nel loro stile di vita, pur sapendo che il loro impatto sulle emissioni globali è minimo. Mentre le economie emergenti e in via di sviluppo, che hanno oggi la maggiore responsabilità delle emissioni inquinanti, rivendicano il diritto di svilupparsi e che coloro che si sono già sviluppati utilizzando combustibili fossili non abbiano il diritto di impedir loro di intraprendere qualsiasi sia il modo più efficace di svilupparsi.
E intanto la crisi climatica diventa più acuta, con devastanti incendi, uragani e inondazioni diffuse in tutto il mondo. L’aumento delle emissioni, le temperature da record e il peggioramento dell’impatto climatico richiedono un’azione urgente che, secondo Tony Blair, deve essere sostenuta da nuove politiche e nuove leadership per passare dalla retorica climatica ai risultati climatici.
Cina e India detengono le chiavi del futuro climatico mondiale, non solo perché hanno e avranno la maggiore responsabilità nelle emissioni, ma anche perché questi paesi hanno la leadership nello sviluppo delle soluzioni per accompagnare qualsiasi processo multilaterale più ampio.
In questa prospettiva, secondo Tony Blair, una sfida fondamentale risiede nello spostamento dalla decarbonizzazione interna nelle economie sviluppate già in fase avanzata alla transizione verso sistemi energetici più puliti nelle economie emergenti e nei paesi in via di sviluppo, attraverso la creazione di mercati globali e nazionali che facilitino lo sviluppo di progetti di energia pulita, incentivando gli investimenti e catalizzando i flussi di capitale privato; il pieno utilizzo dei mercati internazionali del carbonio; la ristrutturazione dei quadri finanziari e di governance internazionali per affrontare l'aumento delle emissioni nei paesi in via di sviluppo.
In sintesi, Tony Blair indica alcune priorità per una nuova politica climatica:
• modificare in modo radicale politiche e meccanismi obsoleti, a partire dalle COP delle Nazioni Unite, e dare priorità alla cooperazione internazionale per rendere disponibili soluzioni tecnologie e meccanismi finanziari innovativi e «disruptive»: «A new cooperative approach to technological solutions could be a galvanising next chapter», avendo chiaro che se non trasformiamo le tecnologie emergenti in opzioni finanziariamente sostenibili, il mondo sceglierà l'opzione più economica «without turning some of the emerging technologies into financially viable options, the world will choose the cheapest option».
• investire nell’adattamento ai cambiamenti climatici e nello sviluppo delle “infrastrutture naturali”: «Nature is one of our best allies in this fight, and we need to back it with smart science and innovation. Forests, wetlands and smart farms can absorb carbon and protect food systems as well as buy the planet time to develop and deploy new engineered solutions».
• sostenere la crescita economica a basse emissioni con l’applicazione dell’intelligenza artificiale ai sistemi energetici e allo sviluppo delle soluzioni innovative per le produzioni industriali, l’impiego dell’energia nucleare, lo sviluppo delle tecnologie per la cattura del carbonio.
E, aggiunge Tony Blair, abbiamo sperimentato che qualsiasi strategia basata sulla «graduale eliminazione» dei combustibili fossili nel breve termine o sulla limitazione dei consumi è destinata a fallire : «any strategy based on either “phasing out” fossil fuels in the short term or limiting consumption is a strategy doomed to fail».
Insomma, da due punti di vista diversi e lontani emerge l’urgenza di cambiare l’ordine delle priorità nelle politiche climatiche per non restare bloccati “con i paraocchi” nel passato e nello stallo di parole d’ordine senza azioni conseguenti.